Terapia Forestale come strumento di medicina preventiva
L’attrazione istintiva che l’uomo prova per la natura e le altre forme di vita si può inquadrare nel contesto della “biofilia”. Una cura scientificamente provata è la Terapia Forestale.
I benefici del contatto con gli elementi naturali ci regalano una sensazione di benessere e di rilassamento che si prova davanti a scenari naturali. Gli esseri umani sono predisposti biologicamente a cercare il contatto con le forme naturali. La visione o presenza di ambienti naturali e animali in uno stato di riposo rappresenta una forte stimolazione per il raggiungimento di uno stato di benessere e di rassicurazione per la specie umana (Melson 2000).
La foresta, nell’universo fiabesco, è da sempre spazio di iniziazione e crescita, archetipo presente nell’inconscio collettivo secondo Jung e un luogo dove può iniziare una trasformazione importante in grado di investire anche la dimensione interiore. Per capire al meglio la filosofia della terapia forestale bisogna partire dal Giappone, e per la precisione dallo Shinrin-yoku, una tradizione di questo Paese. Shinrin-yoku, tradotto dal giapponese, significa “bagno nella foresta”, l’espressione che si riferisce all’immersione nei sensi e l’inspirazione dell’atmosfera del bosco. Oggi il respirare l’atmosfera del bosco è un metodo ufficialmente riconosciuto sia per la prevenzione delle malattie che per favorirne la cura. Lo Shinrin-yoku viene sovvenzionato dal sistema sanitario nazionale, nonché studiato e messo in pratica nelle università di medicina e nelle cliniche del Giappone.
Ma quali sono i benefici per il benessere umano?
Sono soprattutto i benefici psicologici i più immediati da osservare. Passare del tempo in foreste e parchi o, semplicemente, contemplare gli alberi, aiuta le difese immunitarie, riduce lo stress, diminuisce la pressione sanguigna, migliora lo stato d’animo e porta al rilassamento della mente e del corpo. Secondo Edward Wilson (1984) non si può vivere una vita sana e completa lontano dalla natura, abbiamo bisogno del contatto diretto con le forme di vita.
Partiamo dalla vista: la sola stimolazione visiva con immagini forestali, porta a benefici psicologici ma anche fisiologici. Una ricerca condotta in Italia, con la partecipazione del CAI (Club Alpino Italiano) e del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), e il coinvolgimento di quasi 100 partecipanti, ha dimostrato che la visione e l’ascolto di un video forestale in condizioni di isolamento dalla natura, come per esempio è successo durante il lockdown, sono efficaci per la produzione di un significativo rilassamento psicologico a breve termine, come la riduzione dei livelli di ansia. In questo caso ci ricolleghiamo allo studio sulla cromoterapia, e delle funzioni terapeutiche del colore verde: il colore della natura che trasmette armonia e tranquillità, aiutando a risollevarsi da disturbi d’ansia.
Il secondo fattore della terapia forestale è il tatto, il senso che riguarda direttamente la percezione degli stimoli provenienti dalla pelle. Le informazioni raccolte dal tatto vengono subito trasmesse al cervello. La stimolazione tattile quando si entra in contatto con il materiale come il legno o l’erba, inducono un rilassamento fisiologico, dimostrato dalla riduzione dell’attività cerebrale, dalla diminuzione della pressione sanguigna, della frequenza cardiaca e del livello dell’ormone dello stress. Ecco perché la meditazione con l’albero è lo step finale della terapia forestale. Pensiamo anche allo sport all’aperto come yoga sull’erba o la meditazione nel parco, come la percezione dello stacco fisico dalla città urbana.
Il terzo fattore è l’olfatto. L’aria del bosco mette in moto tantissime difese anticancro; il nostro sistema immunitario si serve di determinate proteine per intervenire contro le cellule in via di degenerazione che costituiscono un potenziale fattore cancerogeno. Quando inspiriamo l’aria in un bosco, respiriamo ‘’un cocktail’’ di sostanze bioattive rilasciate dalle piante. Fra queste sostanze vi sono anche i terpeni. Mentre camminiamo nel bosco, entriamo in contatto soprattutto con i terpeni della comunicazione fra le piante e li assimiliamo principalmente attraverso i polmoni. Passeggiare nella foresta in maniera regolare, ad esempio almeno una o due volte al mese, è un’utile pratica per prendersi cura della propria salute. Per massimizzare gli effetti bisogna escludere tutti i device tecnologici, passeggiare, contemplare e unire pratiche di respirazione e rilassamento.
La «terapia forestale», prevede itinerari guidati dove mettere in pratica precise attività, tra cui camminate consapevoli, meditazioni, esercizi del respiro, yoga e semplici attività manuali.
Vediamo come viene strutturata:
Spesso organizzata in programmi a lungo termine con sessioni ripetute in foresta e talvolta dirette a specifici gruppi di persone, generalmente condotte da professionisti in stretta collaborazione con operatori sanitari, permettendo di ottenere i migliori risultati per la salute. La terapia forestale, chiamata «Forestfulness» si basa su vere e proprie sessioni terapeutiche, svolte con persone qualificate, ispirate al protocollo di Mindfulness (consapevolezza). La camminata consapevole diventa così un modo di essere pienamente consapevoli del momento presente, senza giudizio e con un’attitudine di accettazione e curiosità.
Club Alpino Italiano insieme a Consiglio Nazionale delle Ricerche hanno sottoscritto un protocollo della Terapia Forestale composto da sei passaggi:
- La giusta attitudine: l’intenzione e l’empatia con cui si affronta terapia sta alla base del suo successo;
- Dimenticare l’attaccamento: entrare nel bosco con leggerezza, lasciando andare tutti i pensieri, le preoccupazioni e le emozioni pesanti;
- Camminare consapevolmente: la camminata consapevole è una delle pratiche principali della Mindfulness;
- Respirare il bosco: l’attività immaginativa, di assorbimento dell’energia, abbinata a una specifica tecnica di respirazione con lo scopo di scaricare le tensioni e trovare l’energia giusta;
- L’uso dei sensi: osservare, respirare ed ascoltare la foresta ed il paesaggio circostante o un oggetto in particolare;
- La meditazione con l’albero: è l’incontro finale come simbolo di radicamento alla terra ma anche come un impulso vitale a proiettarsi verso il cielo, in cerca del sole e della luce.