Eco-ansia, malattia del secolo?
L’eco-ansia (in inglese eco-anxiety), un tema importante, perché minaccia la salute mentale dei ragazzi come il risultato dei cambiamenti climatici e dell’inerzia nel combatterli.
Di cosa si tratta?
Eco-ansia è un disturbo non ancora inserito nel Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-5), il manuale mondiale di riferimento per le patologie della psiche. Secondo l’American Psychological Association (APA), i cambiamenti climatici “stanno colpendo la salute mentale su larga scala” soprattutto tra i ragazzi e i bambini, che ne evidenziano gli effetti. L’eco-ansia è, infatti, il risultato di tanti aspetti, diretti e indiretti, della crisi climatica tra cui: clima torrido, andate di calore, siccità, incendi e, in conclusione, la società e le sue insicurezze economiche, alimentari e idriche. Questo disturbo, oltre ad essere molto dannoso per la salute del nostro corpo come stress di calore, malnutrizione e varie patologie causate sempre dal cambiamento climatico, scaturisce effetti sulla salute mentale attraverso gli attacchi di panico e ansie, causate dallo stress “continuo” grazie ai media.
Secondo un’indagine svolta da “The Lancet” i giovani tra i 16 e 25 anni considerano il futuro “spaventoso”. Più della metà dei ragazzi intervistati si dichiara triste, arrabbiato e impotente nel migliorare la situazione climatica. Alla crisi climatica sarebbero connessi tante patologie e disturbi, tra cui lo stress, l’ansia, la paura, il fatalismo e la depressione.
Lo psicologo clinico Patrick Kennedy Williams ha iniziato ad approfondire la questione e si è reso conto che c’era una grande richiesta di aiuto da parte dei genitori che, per esempio, non sanno come parlare ai loro figli di cambiamenti climatici. Durante i suoi studi ha notato con stupore che i bambini maturano la consapevolezza e sviluppano l’ansia con molta facilità perché sono più sensibili alle informazioni senza “filtri”. Ovviamente non c’è modo di proteggerli dal pensiero della crisi climatica, ma tocca ai genitori di parlarli e aiutarli a sentirsi in grado di agire e fare la differenza.
In che modo?
“Si tratta di prendere coscienza del fatto che occorre non rimanere chiusi in se stessi, ma uscire e fare qualcosa che sia utile. E i consigli sono semplici: prendi nota dei cambiamenti che ottieni e celebrali” prosegue Kennedy-Williams. “Tieni a mente che nessuno è troppo piccolo per agire. Incontrati con altre persone e accetta che non potrai curare questo problema da solo. Che non dipende tutto da te».
In conclusione, condividiamo con voi i consigli, suggeriti dallo psicologo, per i genitori dei bambini che hanno a cuore la crisi climatica e il futuro.
- Esplorate e imparate insieme ai vostri figli anche se la domanda è complicata;
- E’ normale sentirsi preoccupati e avere ansie ma vediamo cosa si può fare. Cercate sempre di sostenere questa emozione con suggerimenti per azioni positive;
- Purtroppo, gli avvenimenti negativi e minacciosi tendono a colpire di più e rimangono in mente più a lungo. L’unica soluzione è equilibrare notizie negative e positive.