Addio alla regina Elisabetta II, messaggero di sostenibilità

da | Set 9, 2022

Nella giornata di ieri, 8 settembre 2022, Elizabeth Alexandra Mary, nota come Regina Elisabetta ll, è morta all’età di 96 anni.

Il suo regno passerà alla storia come il più longevo del Regno Unito di Gran Bretagna, Irlanda del Nord e degli altri reami del Commonwealth: ben 70 anni.

Se ne va un pezzo di storia, una voce autorevole anche sul tema dell’ambiente. Sebbene alcuni membri della famiglia reale fossero più coinvolti e associati all’ambientalismo, la regina non perdeva occasione di tracciare la strada dando l’esempio. Le sue azioni parlavano molto più delle parole.

La partecipazione al COP26

Nemmeno un anno fa, la regina Elisabetta partecipò al COP26, nota anche come Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Teneva particolarmente a questo appuntamento in quanto, quello dell’ambiente, era un tema molto caro all’amato re Filippo scomparso l’anno scorso.
Purtroppo, per ragioni di salute, lo staff di Buckingham Palace le indicò di registrare un videomessaggio. Un contributo sintetico ma diretto, rivolto ai leader mondiali, che venne proiettato al termine della prima giornata.

Solo qualche settimana prima, però, complice l’avanzare dell’età che porta con sé autentica genuinità, durante una conversazione privata con Elin Jones, presidente del parlamento gallese, la regina criticò l’approccio “leggero” dei leader mondiali sul tema dell’ambiente “It’s very irritating when they talk, but they don’t do”. Tutti parlano, nessun fa.

Nel suo videomessaggio rimarcò questo concetto con un laconico “è giunto il tempo di fare”.
Ecco il testo del messaggio trasmesso.

Grazie, Primo Ministro Holness, per le sue gentili parole di presentazione. Sono lieta di darvi il benvenuto alla 26a Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Ed è forse giusto che vi siate riuniti a Glasgow, un tempo il cuore della rivoluzione industriale, ma ora un luogo per affrontare il cambiamento climatico. Questo è un dovere che sono particolarmente felice di assolvere, poiché l’impatto dell’ambiente sul progresso umano era un argomento a cuore del mio caro defunto marito, il principe Filippo, il duca di Edimburgo. Ricordo bene che nel 1969 disse a un convegno accademico: «Se la situazione dell’inquinamento mondiale non è critica in questo momento, è certo come tutto può esserlo, che la situazione diventerà sempre più intollerabile in brevissimo tempo… Se non riusciranno a far fronte a questa sfida, tutti gli altri problemi sfumeranno fino a diventare insignificanti. Per più di settant’anni ho avuto la fortuna di incontrare e conoscere molti dei grandi leader mondiali. A volte è stato osservato che ciò che i leader fanno oggi per il loro popolo è il governo e la politica. Io, per esempio, spero che questa conferenza sia una di quelle rare occasioni in cui tutti avranno la possibilità di elevarsi al di sopra della politica del momento e di raggiungere una vera abilità di statista. È la speranza di molti che l’eredità di questo vertice – scritta nei libri di storia ancora da stampare – vi descriva come i leader che non si sono lasciati sfuggire l’opportunità e che avete risposto alla chiamata di quelle generazioni future. Che hai lasciato questa conferenza come comunità di nazioni con una determinazione, un desiderio e un piano per affrontare l’impatto del cambiamento climatico e riconoscere che il tempo delle parole è ora passato al tempo dell’azione. Naturalmente, i benefici di tali azioni non saranno lì per goderne per tutti noi qui oggi: noi, nessuno di noi, vivremo per sempre. Ma lo stiamo facendo non per noi stessi, ma per i nostri figli e i figli dei nostri figli e per coloro che seguiranno le loro orme. E quindi, vi auguro ogni buona fortuna in questo importante sforzo.

E ora?

Perdiamo dunque un potente e alleato messaggero di sostenibilità, tuttavia siamo confidenti che la Royal Family continuerà a schierarsi decisa sul tema ambientale con nella figura di Carlo III, da ieri nuovo re.

Perché siamo così convinti? Il suo primo discorso sull’ambiente risale addirittura 52 anni fa. Era il 19 febbraio 1970 quando, l’allora principe ventiduenne, parlava dei pericolosi effetti della plastica. Un’autentica visione per quei tempi.

Ricordiamo anche l’intervento del 2011, a Bruxelles, dove definiva gli scettici come “irresponsabili che giocano alla roulette russa con il futuro”.

Intervento al Sustainable Market Council

Solo 2 anni fa, a Davos, in occasione del Sustainable Market Council, il cui compito è quello di connettere le imprese e i privati con i filantropi e gli esperti di sostenibilità per incoraggiare futuri investimenti, lanciò l’allarme sull’emergenza climatica: “il mondo rischia una catastrofe di cui siamo noi stessi gli artefici”.

E aggiunse: “Non si tratta della mancanza di fondi ma di come questi vengano impiegatiCon i consumatori che controllano circa il 60% del PIL mondiale, le persone di tutto il mondo hanno la forza per portare avanti la transizione verso un mercato sostenibile” ha detto il Principe “tuttavia, non possiamo aspettarci delle scelte sostenibili da parte dei consumatori se queste non gli vengono fornite chiaramente”.

Insomma, messaggi che fanno ben sperare.

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